Da lunedì 12 aprile l’Emilia Romagna ritorna in zona arancione. Il che significa possibile riapertura dei servizi alla persona (parrucchieri, barbieri, centri estetici, ecc.) ma non per la ristorazione. “Certo dal punto di vista emozionale il passaggio in zona arancione è importante, è il segnale che le cose vanno meglio e che proseguendo così, mantenendo vive tutte le attenzioni e le misure di sicurezza previste e con l’avanzare della campagna di vaccinazione, si può sperare di aver imboccato la strada verso la ripartenza. Bene la riapertura delle attività di servizio alla persona. Ma se guardiamo ai nostri operatori della ristorazione nulla cambia”, afferma Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Bologna Metropolitana.
Confartigianato però non si è fermata e ha raccolto il grido di allarme di questi operatori e, di concerto con le altre associazioni di categoria, ha redatto a livello nazionale un documento, “Proposte per la riapertura delle attività di ristorazione”, che è stato inviato al ministro della Salute, Roberto Speranza, al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti e al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli.
“Sono mesi che i nostri operatori sono in sofferenza. Tra imprenditori e semplici cittadini serpeggia la stanchezza per una situazione che sembra non avere fine – continua Renzi -. Fin dall’inizio della pandemia abbiamo sempre rispettato tutti i protocolli di sicurezza. Nelle nostre strutture (bar, ristoranti, pub, gelaterie, pasticcerie) non si sono mai verificati dei focolai. Sono stati fatti investimenti per garantire i distanziamenti e la salute dei clienti. Nonostante ciò sono mesi che queste attività sono chiuse. Non si può vivere di solo asporto o di consegne a domicilio. In questi mesi abbiamo raccolto il loro grido d’allarme, trasmettendolo a qualsiasi livello. Il documento rappresenta un punto di partenza per giungere quanto prima alla riapertura delle attività. I nostri operatori sono in grado di garantire i massimi livelli di sicurezza per i loro clienti. Le autorità preposte facciano i controlli e si sanzioni chi esce dalla legalità e mette a rischio il prossimo, ma si proceda quanto prima verso un piano di riaperture, perché la salute è importante ma lo è anche la tenuta sociale. Due cose legate fra loro più di quanto appaia”, conclude il segretario di Confartigianato.