Il Premio Confartigianato Cultura 2022 è stato consegnato, venerdì 28 ottobre nella sala del Cubiculum Artistarum dell’Archiginnasio di Bologna, al regista Pupi Avati. La cerimonia si è svolta alla presenza del celeberrimo regista bolognese e di altre numerose personalità delle istituzioni politiche e culturali della città, fra cui la neo ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, alla sua prima uscita pubblica, il senatore Pier Ferdinando Casini e l’assessore Massimo Bugani.
Con la terza edizione del Premio Confartigianato Cultura a Pupi Avati si è celebrato un “vero artista artigiano, la sapienza di un grande Maestro del cinema italiano e la sua tenacia nel portare alto il vessillo dell’azione culturale come atto creativo e vitale”. A consegnare il premio, una formella opera del grande artista Domenico (Mimmo) Paladino, sono stati Davide Servadei e Amilcare Renzi, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato regionale.
Pupi Avati, dopo la cerimonia di premiazione, ha dialogato con Valerio Baroncini, vicedirettore de “Il Resto del Carlino”.
Pupi Avati, “Il riconoscimento di oggi è un riconoscimento all’artigianato”
“Anche la società creata da me e mio fratello è un sodalizio artigianale, che continua ostinatamente ad avere questo tipo di approccio: uno può fare il tappezziere, uno può fare il restauratore e uno può fare del cinema, inteso come tale, con la prospettiva, il desiderio e l’ambizione della qualità. E mi sembra che in questo Paese l’ambizione della qualità sia un po’ scaduta, schiacciata da quella che è la vera epidemia: l’omologazione. Se guardiamo al cinema fatto fino a poco tempo fa, ora fortunatamente meno, era un cinema che strizzava l’occhio al telespettatore, un cinema carino, ma nulla di più. Dobbiamo tornare a fare un cinema significativo, che arricchisca le persone che lo vengono a vedere, che dia pretesti per discuterne, parlarne. Il mio ultimo film su Dante Alighieri è un’operazione di grande provocazione culturale, proprio per stimolare queste sensazioni”.
Davide Servadei, “I Maestri del cinema come i grandi artigiani”
“Noi parliamo erroneamente di industria del cinema, non c’è nulla di industria nel cinema perché è fatto interamente da artigiani. Il regista si muove come in una bottega rinascimentale, sta al centro, dirige tutte le persone e sa usare tutti i ferri di quel mestiere. E i Maestri del cinema, quel mestiere, quei ferri, li sanno maneggiare con destrezza e capacità. Come sanno fare i grandi artigiani: conoscono la luce, gli obiettivi, le macchine da presa, la composizione in quadro, gli attori, la scrittura, le scenografie, la musica, i suoni, i colori, i singoli mestieri del set. Pupi Avati è un autore capace di dare forma alle idee, capace di muovere la macchina cinematografica in tutta la sua interezza, sapiente nel dirigere il set, la troupe, come se fosse una bottega d’artista d’altri tempi”.
Anna Maria Bernini, “Pupi Avati è un artista che sa sognare in grande”
“Mi è piaciuta moltissimo la definizione di artista artigiano che si legge nelle motivazioni del Premio, infatti ciò che crea il Maestro Pupi Avati è alto artigianato artistico, la massima espressione del sapere e del saper fare italiano. Pupi Avati è una persona generosa, un portatore di amore nella vita, come nei suoi film. È un fanciullino pascoliano, una persona capace di commuoversi, divertirsi, innamorarsi anche delle piccole cose. Il suo agire è caratterizzato da un grande entusiasmo, forse un po’ malinconico, ma che nasce dal fatto di essere un uomo profondamente romantico. È una persona umile, nell’accezione più sincera del termine, sempre in evoluzione e alla ricerca di qualcosa. Una persona serissima nelle cose che fa, ma capace di non prendersi sul serio. Ma ciò che amo di più di lui è la sua capacità di sognare in grande. Lui stesso ha detto che i sogni, quelli grandi, fondamentali nella vita di ciascuno, sono gli unici che si realizzano. Voglio ringraziare il Maestro Pupi Avati per quella straordinaria lezione di vita secondo la quale i sogni, quelli grandi, sono necessari per vivere”.
Amilcare Renzi, “Pupi Avati è un artista artigiano nel senso più nobile di questa definizione”
“Lo sguardo del maestro Avati accompagna i personaggi attraverso un viaggio fatto di passioni, amori, amicizia, speranze, emozioni, attese, desideri e creatività – ha aggiunto Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia Romagna -. E in questo suo raccontare, in questo suo viaggio negli affetti, a volte anche crudeli e impietosi, Avati ha dimostrato di essere un vero Artigiano del Cinema, un artista capace di rendere concreto il Fare. Questo premio ha dunque un doppio valore. Il primo è un affettuoso ringraziamento per l’universo di racconti creato guardando alla nostra terra dando vita, voce e corpo alle storie che ci circondano e di cui ci nutriamo quotidianamente. Il secondo è il riconoscimento al Mestiere con la M maiuscola. Un tributo all’arte, alla rappresentazione vivace di una visione del mondo e di una tecnica raffinata. In questo senso Pupi Avati è un artista artigiano nel senso più nobile di questa definizione. Una definizione tanto amata da tutti noi”.