“La pandemia stia trasformando anche il lavoro artigianale, con una tendenza importante verso l’innovazione tecnologica che apre nuovi scenari di crescita e di mercati. Non a caso il recente bando della Regione Emilia Romagna dedicato alla digitalizzazione delle imprese artigiane ha fatto il pieno in pochissimo tempo. I nostri artigiani, anche in piena pandemia, non sono restati fermi, ma hanno continuato a pensare come evolvere la propria impresa. Ora però le prospettive di crescita e l’impegno degli imprenditori si stanno scontrando con dei fattori indipendenti dalla loro volontà: l’aumento a dismisura dei prezzi delle materie prime, in particolare delle commodities energetiche, e la scarsità di materiale per la produzione mettono a repentaglio la ripresa. È necessario quanto prima che il Governo intervenga con misure idonee per non disperdere quelle possibilità che l’arrivo dei fondi del Pnrr dovranno creare. Nello stesso tempo la difficoltà nel reperire manodopera specializzata per diversi settori è quantomeno paradossale, in un Paese che soffre di una disoccupazione cronica, in particolare giovanile”, l’analisi di Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia Romagna prende spunto da ciò che emerge dal focus sugli effetti del Covid presentati dal Centro studi di Confartigianato regionale.
Il focus sugli effetti del Covid sulle Mpi emiliano romagnole nel 2021
I dati
Sono 38,5% le Mpi e le imprese artigiane che prevedono di recuperare i livelli pre crisi Covid-19 entro la fine dell’anno. Tuttavia la ripresa è messa a dura prova dall’esorbitante aumento dei prezzi delle materie prime, in particolare gas, gasolio ed energia elettrica (l’impatto sarà forte sul 79,2% delle imprese), dalla scarsità di materiale per la produzione (54,4%) e dalla difficoltà di reperimento di personale (42,9%).
Gli investimenti
Il 26,9% delle imprese ha fatto ricorso o farà ricorso al credito d’imposta per investire. Tra gli investimenti ritenuti necessari per competere ci sono quelli in nuovi macchinari (37,1%), in interventi di efficientamento di macchinari esistenti (30,3%) e in acquisto di software (29,4%).
Tra le principali conseguenze della trasformazione digitale il cambiamento delle modalità di produzione, comunicazione e distribuzione (69,3%) e l’aggiornamento delle competenze dei dipendenti (66%).
Il green
Sono il 63,7% le Mpi emiliano-romagnole che hanno attivato almeno un’azione a favore dell’ambiente; nel dettaglio tra le azioni green più gettonate: riduzione consumi risorse (34,2%), utilizzo materiali maggiormente riciclabili (27,4%), priorità ai prodotti locali (22,9%) e cambiato modalità di produrre/offrire un servizio (22,8%).
A favore della circolarità – prodotti/servizi più riciclabili, duraturi e riparabili – il 48,9% delle Mpi: è l’effetto della rivoluzione verde sul sistema delle piccole attività che trasforma il modo di “fare impresa” (59,6%), rende necessario aggiornare le competenze dei dipendenti (52,2%) e fa crescere la richiesta di consulenze ad hoc (51,7%).
Il Superbonus
Il Superbonus 110% traina il 38,7% delle Mpi dell’edilizia, mentre per la restante quota l’incentivo non rappresenta un traino allo sviluppo a causa dell’eccesso di burocrazia e dell’incertezza normativa.