Il dato sembra incredibile: nel primo trimestre del 2021 le cessazioni effettive segnalate dal Registro delle Imprese sono state pari a 1.693 unità, un valore inferiore rispetto alla serie dei primi trimestri degli ultimi vent’anni, tutti sempre chiusi in campo significativamente negativo.
Ma c’è anche una spiegazione: il sistema imprenditoriale bolognese, costituito a fine marzo da 94.663 attività, sembra trovarsi in una condizione di attesa, nella quale è ragionevole ipotizzare l’esistenza di una “base nascosta” di imprese in attesa di futuri sviluppi, tra evoluzione della pandemia e prospettive di rilancio legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che rischiano la chiusura definitiva in caso di ulteriori battute d’arresto del sistema economico.
Timido segnale di rimbalzo invece per le iscrizioni, che nei primi tre mesi dell’anno raggiungono quota 1.629, 180 in più rispetto al marzo 2020, trimestre però condizionato dalla chiusura totale delle attività legata al primo lockdown.
Il saldo di questo primo trimestre (tradizionalmente negativo, poiché riflette l’accumularsi di cessazioni contabilizzate a gennaio, ma riferibili in realtà agli ultimi giorni dell’anno precedente) computa in conclusione sole 64 attività in meno, pari ad una variazione del -0,07%.
Negativa la media emiliano romagnola, -0,13%, migliore l’andamento a livello nazionale, dove in questi tre mesi si registra una crescita del +0,08%.
Tra gennaio e marzo tengono le attività edili (+18 unità nei tre mesi, con un tasso del +0,13%) e quelle immobiliari (+9; +0,13), in attivo anche le attività turistiche (+25; +0,34%), ancora in sofferenza invece manifattura (-42; -0,45%), commercio (-97; -0,45%) e agricoltura e pesca (-80; -1,00%).
In rallentamento la componente artigiana, che a Bologna rappresenta quasi un’impresa su tre, e che ha chiuso il periodo con un saldo negativo di -106 imprese (556 le iscrizioni di nuove imprese contro 662 cessazioni).
Prosegue la crescita strutturale delle società di capitale (+162 attività nei tre mesi e una variazione del +0,55%), a cui fanno fronte le quasi 13 ditte individuali al giorno chiuse tra gennaio e marzo (per un totale di 1.138 imprese individuali che hanno chiuso l’attività nei tre mesi, con una flessione del -0,38%), e alle 43 società di persone in meno computate a fine periodo (-0,25%).
Tutti i dati dell’analisi della Camera di Commercio di Bologna