Il vescovo di Imola, mons. Tommaso Ghirelli, e il sindaco della città, Daniele Manca, hanno visitato nel pomeriggio di oggi la Casa delle Imprese: la nuova sede di Confartigianato Assimprese, in viale Amendola, nei pressi del Centro Leonardo. Le due autorità sono state accolte dai vertici dell’associazione: il presidente Gian Carlo Calamelli, il vice presidente vicario Paolo Franceschi, il Segretario Amilcare Renzi, il vice Segretario Massimo Pirazzoli e i progettisti della struttura: gli architetti Alessia Tronconi, Arnaldo Maddanu, l’ing. Christian Tassinari e il geom. Paolo Tronconi. Dopo una visita agli uffici, i due ospiti hanno incontrato il personale impiegato nella struttura, all’interno del nuovo auditorium ricavato nell’interrato dello stabile. Qui mons. Ghirelli ha impartito la benedizione per le persone e per i luoghi di lavoro.
«La Casa delle Imprese, – ha detto Paolo Franceschi nel dare il benvenuto – è stata realizzata velocemente, in solo un anno, da aziende del territorio ed è un segnale positivo, di speranza per il futuro, che Confartigianato ha voluto dare in un momento di difficoltà come questo. L’auditorium in cui siamo ora, inoltre, è uno spazio che mettiamo a disposizione della città e delle imprese, non solo quelle associate a Confartigianato».
«In una fase di difficoltà economica come quella che stiamo vivendo – ha detto Daniele Manca – quest’opera è un segnale positivo, un investimento intelligente. La scelta di Confartigianato, di aprire questo spazio alla città rientra nella condivisione dei valori di aggregazione e di coesione propri del nostro territorio. Valori che ci permetteranno di uscire, meglio di altre città, da questa crisi».
«Vi auguro che, in questo bel luogo di lavoro, siate belli voi e stiate bene insieme», ha esordito mons. Ghirelli rivolgendosi al personale di Confartigianato. «Se andiamo a vedere come siamo giunti a questa fase difficile per l’economia ci troviamo di fronte a una finanza che si è trasformata e, anziché essere al servizio delle imprese, si è messa al servizio di se stessa, svilendo il lavoro umano, il valore delle persone e di quello che fanno. E’ un fatto che non possiamo accettare, e per questo dobbiamo tornare ai fondamenti, alla Dottrina sociale della Chiesa».