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“Giornata del pane e dei prodotti da forno”, il valore dell’artigianalità

16 Ott 2020 | News

Oggi è la Giornata mondiale del Pane. Da tre anni la Regione Emilia Romagna ha istituito per lo stesso giorno la “Giornata del pane e dei prodotti da forno”. Se è vero che tante persone hanno riscoperto il gusto di cucinare pane, pizza e dolci, è altrettanto vero che sempre più persone stanno rinunciando ai prodotti industriali a favore del prodotto artigianale, grazie anche alla qualità che tanti fornai e pasticceri garantiscono nei loro prodotti. Quindi il 16 ottobre è la giornata giusta per ricordare le prelibatezze che ogni notte vengono preparate nei forni e nelle pasticcerie artigianali.

Confartigianato in questa giornata ricorda la passione e il sapere antico con il quale i suoi artigiani impastano materie prime scelte con cura, per offrire ogni giorno sapori sani e ricette di qualità.

Pane

Pane e pasta: sono questi certamente i due prodotti che tutto il mondo ci invidia. Acqua, farina e lievito per un prodotto che non può mancare sulle nostre tavole. Chi non conosce la Coppietta o Coppia ferrarese (ciopa, ciupeta) che ha ottenuto l’Indicazione geografica protetta (Igp), ma ogni territorio ha la sua specialità: a Bologna il Pane di San Petronio, oppure il Pane di Pavullo, da Piacenza il Pane con il bollo e la Crocetta, il Miseria di Busseto (PR). E poi ancora lo Schioppetto imolese, il Pane schiacciato, la Sfogliata o torta degli ebrei, l’Erbazzone di Reggio Emilia, la Focaccia con ciccioli. Ci mettiamo anche il Borlengo, finissima crespella croccante, solitamente consumata calda con un pesto montanaro, a base di lardo, rosmarino e parmigiano. E così via, si dice che siano circa 300 le varietà di pane che la genialità italiana è in grado di proporre.

Ricciola

Dolci e salati

Dai bomboloni ai bignè, dai cornetti alle tante varietà di biscotti, dalla ricciola alla treccia. Dolci o salati, i prodotti che escono dalla pasticceria sono una bontà. I bomboloni caldi fanno parte delle scorribande notturne di ciascuno di noi, il cornetto (o croissant, alla francese) e il caffè sono ormai un rito della colazione. E per chi preferisce il salato ecco la treccia o la ricciola. Forse pochi sanno che la ricciola è tipica del territorio imolese. Anzi sembra che ad inventarla in quel di Rimini sia stato proprio un fornaio imolese nel dopoguerra.

Ciambella

Ciambella o brazadela

Tra tradizione e tipicità. La Ciambella romagnola, bolognese, imolese, la brazadela: tante sfumature per un prodotto tipico che ci accompagna da Bologna al mare. In comune hanno che sono dolci tipici delle feste, o anche solo della domenica. Chi non è più giovanissimo ricorderà la brazadela sul tavolo dei nonni quando la domenica si andava a fargli visita. Semmai accompagnata da un buon bicchiere di vino nel quale i più coraggiosi ci “tocciavano” la fetta di ciambella.

Brazadela

Gli ingredienti di base sono: farina, zucchero, burro, un po’ di strutto, uova, latte, lievito e lo zucchero in granella per decorrare, poi la fantasia delle Azdore faceva il resto, come oggi lo fanno i nostri fornai e pasticceri artigeniali. Ecco allora la scorza di limone, il pizzico di sale e la magia dell’impastare, nel mettere assieme i vari ingredienti e poi la cottura.

Piadina

Quando parliamo di piadina spunta sempre il solito dilemma: meglio quella sottile riminese o quella più grossa faentina e imolese? Non parliamo poi se si aggiunge anche il bolognese con le sue tigelle che non hanno eguali.

E che dire della piadina fritta romagnola, delle crescentine o del gnocco fritto bolognese? Attenzione però, dalla Vallata del Santerno è arrivata verso Imola direttamente dalla Toscana anche la ficattola. La competizione si fa tosta. Ma niente paura perché se c’è un elemento in comune tra tutti questi prodotti di certo è la loro bontà , poi il gusto personale non si discute. Il consiglio che diamo noi è quello di assaggiare la piadina in tutte le sue forme. I nostri “piadinari”, che siano chioschi e forni, sempre e comunque sono artigeniali, quindi la qualità è assicurata.