Dopo tanti alti e bassi, forse il percorso di aggregazione tra i quartieri fieristici di Bologna e Rimini è ad una svolta decisiva. Nei giorni scorsi, in Regione, vi è stato l’incontro tra i sindaci di Bologna, Virginio Merola, e di Rimini, Andrea Gnassi, con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. La novità emersa è che nel percorso di aggregazione un ruolo fondamentale sarà svolto dalla Regione Emilia-Romagna che si è impegnata ad accrescere la propria partecipazione al capitale sociale e a sostenere il progetto industriale di sviluppo della nuova società, con l’obiettivo di realizzare un gruppo leader a livello nazionale e internazionale del settore (prima società in Italia, terza in Europa).
La nuova Fiera rappresenta un asset strategico non solo per l’Emilia-Romagna, ma per l’intero Paese, a sostegno del Made in Italy e dell’internazionalizzazione delle imprese del territorio.
“Nel momento della crisi più difficile per il comparto fieristico, il sistema dell’Emilia-Romagna rilancia con l’operazione più importante sul piano nazionale, e di portata europea, per arrivare alla nascita di un Gruppo primo in Italia e terzo in Europa per numeri aggregati, con l’unione fra le Fiere di Bologna e Rimini – sottolinea Stefano Bonaccini -. Un’operazione che si profila come la più grande infrastruttura fieristica italiana, a supporto del Made in Italy e dell’internazionalizzazione delle imprese del territorio, oltre che fondamentale per le filiere dell’industria e del manifatturiero. La Regione ha deciso di fare un passo avanti decisivo, impegnandosi ad aumentare la propria partecipazione e a sostenere il progetto industriale della nuova Fiera, perché mai come ora è prioritario sostenere l’economia e il tessuto produttivo per difendere l’occupazione e crearne di nuova, di qualità. Fino a qualche tempo fa l’orizzonte era quello di uscire dalla fiere, oggi invece siamo qui per rafforzare la loro funzione per il territorio, con il ruolo del pubblico che diventa anche garanzia per il privato, a sostengo appunto dell’economia, del lavoro e della ripartenza”.