Con riferimento ai crediti incagliati, ANAEPA Confartigianato Edilizia, ha condiviso con le organizzazioni dell’artigianato, ANCE, la cooperazione, Confapi, la Rete delle Professioni Tecniche e i Sindacati, un’azione congiunta in tutto il territorio nazionale per spiegare alle Istituzioni quanto gravi saranno le conseguenze nel caso in cui non si proceda rapidamente a trovare una soluzione concreta.
L’occasione si presterà anche alla condivisione di una politica di sostegno all’efficientamento energetico e sismico del nostro patrimonio immobiliare. Verranno inoltre sottolineati gli strumenti quali la cessione del credito e lo sconto in fattura e il reale effetto dei bonus sull’ambiente, sui consumi energetici e sul PIL.
Il contenuto del documento sui crediti incagliati e i bonus edilizi
Nella lettera condivisa dalle Sigle, che sarà inviata alle Istituzioni locali, regionali e nazionali, si legge che “il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 febbraio […] non risolve il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi. Secondo le stime del Governo, si tratta di 19 miliardi di euro, già maturati, che se non pagati mettono a rischio 90.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie italiane in corso in tutta Italia”.
Una soluzione del problema, proposta nel documento, è quella di “prevedere un intervento di acquisto dei crediti da parte di un acquirente pubblico di ultima istanza anche coinvolgendo le grandi imprese partecipate, invitare gli istituti di credito che ancora avessero capienza per farlo ad acquistare i crediti nei cassetti delle aziende ma soprattutto consentire immediatamente agli Istituti di credito di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati dalle imprese di tutte le dimensioni, dai professionisti e dalle famiglie. Misure che però risultano assenti dal decreto-legge approvato dal Governo. Ci aspettiamo che il Governo confermi urgentemente queste misure”.
Qualsiasi altra soluzione parziale, prosegue il documento, “come l’intervento sulla responsabilità solidale contenuto nel DL, non risolve la questione in quanto non interviene sul problema principale, quello di individuare i soggetti che possono monetizzare crediti pregressi. Il decreto approvato interviene anche sul blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura per tutti i cantieri di ristrutturazione ancora non avviati alla data del 17 febbraio. Sul futuro della politica di riqualificazione degli edifici, dopo la risoluzione del blocco dei crediti pregressi, è necessario aprire al più presto un confronto per definire gli strumenti fiscali e finanziari idonei a raggiungere gli obiettivi”.