Bonus edilizia, cosa chiede Confartigianato per sostenere la ripartenza
Confartigianato prosegue nella sua azione per ottenere la modifica dell’articolo 28 del Decreto Sostegni ter. Tale norma limita a una sola cessione il trasferimento dei crediti fiscali, sebbene abbia il condivisibile intento di evitare le frodi nell’utilizzo dei bonus edilizia e riqualificazione energetica,
La Confederazione ha chiesto al Parlamento e al Governo di liberare la cessione dei crediti per non bloccare la crescita e il lavoro delle imprese.
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Le ripercussioni sul lavoro del Decreto Sostegni ter
Secondo quanto riportato sul sito della Confederazione la confusione creata dalla norma sull’utilizzo dei bonus edilizia e riqualificazione energetica stanno rallentando la ripresa del settore delle costruzioni. In particolare, sono a rischio le assunzioni di 127mila lavoratori previste dalle imprese del settore nel primo trimestre del 2022.
In particolare, il Superbonus 110%, introdotto con il Decreto legge “Rilancio” del maggio 2020, nell’arco di 20 mesi ha subito 9 interventi di modifica, 1 ogni 68 giorni. La modifica più recente limita ad una sola cessione il trasferimento dei crediti fiscali. Ciò rischia di bloccare la corsa del settore delle costruzioni che, prosegue Confartigianato, ha determinato il 15,2% della crescita del Pil tra gennaio e settembre 2021.
Tali restrizioni alla cessione del credito rischiano di portare al collasso del mercato. Questo a causa di una diversa propensione dei cittadini a effettuare interventi di manutenzione ed efficientamento energetico.
Il Manifesto di Confartigianato per l’edilizia
Dieci sono i motivi secondo la Confederazione per rivedere la norma sulla cessione del credito.
- I cambi in corsa nelle regole disorientano le imprese.
- Stabilità normativa è indispensabile per consumatori e imprenditori.
- Il mercato si è già bloccato dall’effetto dell’annuncio.
- Tutta la filiera viene compromessa.
- Non solo danni economici. In gioco anche la reputazione delle imprese.
- A rischio la liquidità e programmi di sviluppo.
- Colpiti gli operatori onesti e responsabili.
- Aumenta la sfiducia verso uno strumento efficace per la transizione green.
- Rallenta la corsa verso obiettivi Ue di risparmio ed efficienza energetica.
- L’accesso agli incentivi diventa elitario.
Il comparto edile a Bologna
Secondo i dati più recenti (2019) elaborati dal Centro studi di Confartigianato, in Emilia-Romagna sono 42.628 le micro e piccole imprese impegnate nel comparto, di cui 32.982 sono artigiane. Gli addetti impiegati sono oltre 95 mila di cui quasi 67 mila lavorano in imprese artigiane.
Prima provincia, in regione, per numero di imprese artigiane è Bologna, con 8.681 imprese di cui 6.488 artigiane e oltre 19 mila occupati.