L’artigianato è sulla via del recupero, lo attestano i dati che emergono dall’indagine sulla congiuntura dell’artigianato nel secondo trimestre 2021 di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
La ripresa in corso a livello globale, il progressivo ridursi della pressione della pandemia e la capacità delle imprese di riorganizzare l’attività hanno permesso all’artigianato manifatturiero regionale di rafforzare decisamente la nuova fase di crescita, con la produzione manifatturiera che è salita del 15% e il fatturato del 16,9%. Cresce anche il volume d’affari nelle costruzioni (+11,6 per cento) e recupera il livello del 2019. La base imprenditoriale nella manifattura flette ancora (-1,1%), mentre nelle costruzioni rafforza la sua crescita (+ 0,9%).
Il risultato conferma la nuova tendenza positiva avviata nel trimestre precedente, ma resta sostanzialmente al di sotto della ripresa messa a segno dalla produzione del complesso dell’industria regionale (+20,1 per cento), dove l’andamento è apparso correlato alla dimensione aziendale. Per dare un giusto peso al risultato conseguito, occorre ricordare che, nonostante questo sostanziale recupero, il livello della produzione risulta inferiore dell’12,8% a quello dello stesso trimestre del 2018.
Migliora l’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti (+16,9), grazie all’apporto positivo dai mercati stranieri. Infatti, per le imprese con accesso ai mercati di esportazione, il fatturato estero ha fatto un balzo del 16,6%.
Il fatturato complessivo è invece ancora risultato inferiore dell’11,3% rispetto a quello dello stesso trimestre del 2018, ultimo trimestre positivo.
Va però sottolineato che il livello del fatturato estero nel trimestre 2021 è già ora superiore del 4,7% a quello di tre anni prima grazie a una migliore tenuta nel corso della recessione. Ciò testimonia l’importanza dell’accesso ai mercati esteri e le difficoltà del mercato interno.
Per il futuro, la prospettiva appare buona data la forte ripresa del processo di acquisizione degli ordini (+15,4%), che si somma ad altri segnali positivi. Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafoglio ordini sono balzate a quota 7,2. Inoltre, le imprese hanno indicato un grado di utilizzo degli impianti in decisa risalita al 71,2%, ben superiore allo stesso trimestre 2020 (57,5%) e prossimo al livello dei primi tre mesi del 2019 (72,8%).
Il registro delle imprese
A fine giugno le imprese attive ammontavano a 26.803, in flessione del 1,1% rispetto alla fine dello stesso mese dello scorso anno, con un calo pari a 296 imprese. La tendenza negativa è presente in tutti i macrosettori considerati dalla congiuntura ed è stata determinata soprattutto dalla riduzione della base imprenditoriale delle industrie della moda (-87 imprese, -1,9%) e dell’aggregato metallurgia e lavorazioni meccaniche (-87 imprese, -1,1%).
L’artigianato delle costruzioni
La ripresa, sottolineata da un +11,6%, dato allineato con quello del complesso dell’industria delle costruzioni regionale (+11,9%), non è mai stata tanto diffusa come quella in atto. Il saldo dei giudizi tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o quelle che segnalano una riduzione del volume d’affari rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno è letteralmente schizzato ai massimi della rilevazione, salendo da quota +3,0 a +43,0 punti, surclassando il precedente livello massimo di 28,8 punti riferito al secondo trimestre del 2015.
In particolare, la quota delle imprese che hanno registrato un aumento del volume d’affari è salita al 55,2%, livello senza precedenti, mentre la percentuale di quelle che hanno registrato una riduzione è crollata fino al 12,2%, appena sopra il minimo assoluto (11,4%) rilevato nel secondo trimestre del 2011.
Si ravviva la demografia delle imprese. A fine giugno 2021 la consistenza delle imprese artigiane attive nelle costruzioni è risultata pari a 50.809, vale a dire 459 in più (+0,9%) rispetto alla fine dello stesso mese del 2020.
La tendenza positiva per la base imprenditoriale è stata determinata dalle imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (+1,7%, +802 unità), maggiormente avvantaggiate dagli incentivi introdotti a favore del settore, mentre quelle attive nella costruzione di edifici hanno mostrato una crescita più contenuta (+1,0%, +161 unità).