In Europa, secondo l'Osservatorio sull'imprenditoria femminile realizzato da Confartigianato e presentato alla Convention di Donne Impresa Confartigianato che si è svolto nei giorni scorsi a Roma, le donne italiane sono le più intraprendenti. A fronte di ciò il nostro Paese è però agli ultimi posti nell'Ue a 28 per l'occupazione delle donne con figli e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia.
L'Italia conta 1.661.000 donne che svolgono attività indipendenti, un primato in Europa visto che, tra imprenditrici e lavoratrici autonome, il Regno Unito si ferma a quota 1.641.300 e la Germania ne registra 1.469.000. A trainare il lavoro indipendente femminile sono le 181.482 titolari di imprese individuali artigiane il cui numero è aumentato del 2,5% negli ultimi 10 anni. Insieme a socie e collaboratrici costituiscono un piccolo esercito di 354.882 donne, con una presenza prevalente in Lombardia (66.932), seguita da Emilia Romagna (37.343), Veneto (37.228), Piemonte (32.617), Toscana (31.430). La classifica provinciale vede in testa Milano, con 17.967 titolari artigiane. Secondo posto per Torino (16.186), seguita da Roma (15.012).
Ma le imprenditrici devono fare i conti con un welfare che non aiuta le donne italiane a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. L'Osservatorio di Confartigianato ha rilevato che la spesa pubblica è fortemente sbilanciata sul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per anziani che ammonta a 270,3 miliardi di euro. Invece, per le famiglie e i giovani la spesa pubblica italiana si ferma a 25,2 miliardi, pari al 3% della spesa totale della PA (rispetto al 3,7% della media Ue) e all'1,5% del Pil (rispetto all'1,7% della media Ue). Percentuali che collocano l'Italia rispettivamente al 18° posto e al 15° posto tra i 28 Paesi europei.
(Fonte confartigianato.it)