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Decreto sviluppo: buone intenzioni ma poche misure concrete

5 Ott 2012 | News

“Apprezziamo l'impegno del Governo, ma il decreto sviluppo non basta per rispondere alle attese degli imprenditori che ogni giorno cercano di resistere alla crisi. Per rimettere in moto la crescita del Paese serve ben altro”.  Questo il commento di Amilcare Renzi, Segretario di Confartigianato Assimprese.

“Non basta – sottolinea Renzi- , puntare sulle start up innovative, peraltro con un approccio molto distante dalla realtà imprenditoriale italiana, se poi in Italia continuano a non esserci le condizioni favorevoli perché le imprese possano svilupparsi e generare occupazione. Per offrire un futuro alle giovani generazioni occorre sicuramente facilitare la creazione d’impresa, ma è anche indispensabile dare segnali concreti a chi è già impresa, assicurando la continuità e la solidità del nostro tessuto produttivo”. L'Italia è il Paese europeo con i maggiori ostacoli all’attività imprenditoriale, a cominciare dal macigno di adempimenti burocratici che porta un costo complessivo di 26 miliardi l'anno.

“Quanto ancora dovremo aspettare perché vengano rimossi – si domanda Renzi -, se il Governo li affronta con un Disegno di legge di semplificazione destinato ad un lungo ed incerto iter parlamentare di approvazione?”. “La situazione economica – conclude Renzi -, impone scelte più decise e orientate alla realtà del tessuto produttivo italiano, composto in larga parte dal sistema di impresa diffusa e da micro, piccole e medie imprese che, nonostante la crisi, mantengono vitale l’economia del nostro Paese. Abbiamo bisogno di riforme contro la burocrazia, la pressione fiscale, le inefficienze e gli sprechi della spesa pubblica, le carenze infrastrutturali”.