Il testo sulla riforma del lavoro, così come verrà portato in Parlamento, non piace a Confartigianato, che chiede al più presto un nuovo incontro per modificarlo. Il provvedimento, infatti, appare peggiorato rispetto alla versione iniziale, cui le parti sociali avevano dato il proprio assenso raggiungendo un equilibrato compromesso. Le imprese del commercio, dell’artigianato e del turismo verranno danneggiate dalle nuove misure, che prevedono un aumento dei costi del lavoro e una maggiore rigidità nella flessibilità in entrata. Il cosiddetto “causalone” scompare solo per il primo contratto, la cui durata massima è limitata a sei mesi; il lavoro stagionale sarà penalizzato a danno soprattutto delle imprese che operano nel settore del turismo; numerose le limitazioni nel lavoro a chiamata e a progetto; il costo per l’Aspi che riguarda l’apprendistato verrà fatto pesare sulle imprese e ciò contrasta con la volontà perseguita dal governo di valorizzare proprio il ruolo dell’apprendistato per i giovani; infine altri incrementi contributivi per la gestione separata peseranno su coloro che sono iscritti ad altre gestioni previdenziali.
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