La crisi ha eroso anche redditi dei residenti nel circondario imolese, ma in misura minore rispetto a altri territori della provincia bolognese. Lo si evince dai dati presentati oggi all’Osservatorio di Confartigianato Assimprese dal Centro studi Sintesi, che ha calcolato il reddito pro capite dei cittadini, basandosi sui redditi 2009 (ultimo dato disponibile) e raffrontandoli con quelli del 2007 (inizio della crisi) e del 2005. «I dati ci dicono che il reddito medio lordo annuale, pro capite, nel circondario imolese, a parte il singolo caso di Castel del Rio, è ancora superiore al livello del 2005. Questo non significa che siamo più ricchi, visto che occorre considerare anche l’inflazione, che ha ridotto il potere di acquisto, ma certo possiamo parlare di una certa tenuta nel periodo considerato», commenta Amilcare Renzi, Segretario di Confartigianato Assimprese.
Il sito dell'Osservatorio di Confartigianato Assimprese
L’inflazione, infatti, fra il 2007 e il 2009 ha fatto registrare una variazione del +4,2%, mentre nel periodo più ampio fra il 2005 e il 2009 è del +8,3%.
A titolo di esempio, per il circondario imolese la variazione percentuale del reddito lordo 2009 è stata del +1,9% rispetto al 2007 e del +15% rispetto al 2005, ma in termini reali, sottraendo i valori dell’inflazione, diventano rispettivamente -2,3% e +6,7%.
Renzi evidenzia quanto si è fatto per contenere la perdita di ore o posti lavoro fra il 2007 e il 2009: «in particolare gli interventi di sostegno attraverso gli ammortizzatori sociali (Eber e Cig) e con il credito alle imprese, al fine di mantenere l’operatività e quindi garantire per quanto possibile i redditi». In particolare questo è stato il lavoro del consorzio Unifidi, creato nel 2008 attraverso la fusione di 16 cooperative di garanzia di tutta la regione. La filiale imolese, fortemente voluta da Confartigianato, nel 2009 ha eseguito circa 600 interventi, per un totale di circa 50 milioni euro erogati alle Pmi del territorio.
I dati di Imola e del territorio imolese sono sostanzialmente in linea con il resto della regione e denotano un benessere reale, magari non eccessivo od ostentato, ma diffuso. Osservando la sola città di Imola, il reddito medio pro capite ben figura anche al confronto con altre e più grandi città della Romagna, piazzandosi meglio di Forlì, Cesena, Rimini e Ravenna.
Nell’imolese, minore è anche la forbice fra i ricchi (oltre i 70 mila euro lordi) e chi dichiara meno di 10 mila euro lordi. «Abbiamo meno “paperoni” rispetto alla media provinciale – commenta Renzi – e questo ci indica una certa omogeneità della popolazione che non stona con l’alto livello di coesione sociale e di solidarietà che questo territorio storicamente esprime. Rispetto ad alcuni altri comuni della cintura bolognese, che hanno un reddito pro capite superiore, ciascuno dei nostri dieci comuni, di cui quattro sono montani, con tutte le difficoltà che ciò significa, esprime un territorio dal tratto più popolare, in cui la bolla edilizia è stata sicuramente più contenuta rispetto alla prima cintura bolognese.
Gli imolesi ben figurano anche nel rapporto fra contribuenti e popolazione (maggiore di 15 anni), «segno – fa notare Renzi – dell’alta fedeltà fiscale espressa dal territorio e dalle sue imprese. Del resto il circondario imolese è caratterizzato da una diffusa occupazione, dalla cultura delle piccola e media impresa e della cooperazione e da una concreta propensione al dialogo fra imprese, istituzioni e sistema sociale. Questo genera partecipazione e senso civico».
Fra qualche mese saranno disponibili i dati del 2010, che potranno essere divulgati dall’Osservatorio: «è stato l’annus horribilis per la meccanica e sarà interessante vedere cosa è successo anche nei redditi. Le difficoltà non sono finite, pensiamo ad esempio al comparto edile, ma la ripresa si è palesata, seppur lenta. Il territorio ha bisogno di nuove opportunità e per questo siamo disponibili a impegnarci con associazioni e istituzioni per avviare una stagione di marketing territoriale, con l’obiettivo di attrarre da noi nuove imprese. Il nostro – conclude Renzi – è il territorio ideale per insediarsi, per la qualità della vita e per le tante Pmi specializzate, perfette per creare reti eccellenti di subfornitura».