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Fra moglie e marito, meglio l'artigiano

1 Dic 2009 | Sicurezza

Lavori da fare in casa? Cose da uomini. E se il marito è pigro? La creatività e le necessità di reagire alla crisi stimolano iniziative nuove, grazie all’intraprendenza di persone che, brave nei lavoretti manuali, si propongono alle famiglie per riparazioni e manutenzioni, liberando i mariti più pigri da ore di lavoro sull’impianto elettrico, sui tubi del bagno, su serrature, infissi, pavimenti e via dicendo. Ma attenzione: i rischi non sono pochi. La legge, infatti, impone norme, formazione e abilitazioni professionali, per garantire la sicurezza e la qualità nelle case e per le persone che vi risiedono.

Un conto sono i lavoretti fatti in proprio. Un conto è rivolgersi a terzi. «Sono gli artigiani e le Pmi a poter garantire alle famiglie il rispetto totale dei canoni di qualità e sicurezza imposti dalle varie regolamentazioni vigenti» afferma Sergio Sangiorgi, di Confartigianato Assimprese, che sottolinea come «affidandoci a un imprenditore siamo certi della professionalità e della conoscenza tecnica necessaria a garantirci sorprese, una volta pagato il lavoro. Inoltre va evidenziato che il Testo unico sulla sicurezza dei luoghi di lavoro coinvolge legalmente anche i proprietari degli appartamenti in caso di infortuni nello svolgimento di lavori in casa. E’ quindi opportuno che la persona che viene da noi possa garantire, nelle forme previste dalla legge, di operare secondo le regole. E questo un imprenditore abilitato può farlo».