Un tempo era il bleisure (business + leisure), l’usanza di combinare un viaggio di lavoro con visite turistiche.
Oggi questa combinazione si inverte e prende il nome di workation. Figlia delle nuove modalità di lavoro “smart”, la workation (work + vacation) è la nuova tendenza di progettare periodi di lavoro in luoghi in cui si ha voglia di vivere e che si intendono visitare nel tempo libero. Quando il pc è spento e, portati a termine i propri compiti, ci si può così dedicare alla scoperta di nuove culture e tradizioni.
La differenza è dunque chiara: nel primo caso i posti da esplorare sono determinati dall’impegno di lavoro, nel secondo, potenzialmente, la limitazione per la scelta della meta sarà solo la fantasia, e alcuni punti da soddisfare che vedremo tra poco.
La Workation come tendenza globale
Il fenomeno è in crescita e sempre più aziende prevedono la possibilità di assentarsi fisicamente per lunghi periodi. Da un recente report pubblicato dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, emerge che, nell’ultimo anno, accanto all’introduzione di nuove forme di flessibilità come settimana corta, ferie illimitate e eliminazione della timbratura, il 44% delle grandi aziende che hanno partecipato alla ricerca ha testato il “Temporary distant working”, la possibilità, cioè, di lavorare da remoto per settimane o mesi.
La Workation in Italia
In Italia, il fenomeno della workation si è registrato per la prima volta nel 2020 e sembrava essere una soluzione transitoria per far fronte alle esigenze di distanziamento sociale imposte dalla pandemia. La tendenza, da allora, non si è mai arrestata e anzi è in continua crescita: dati Istat del 2022 hanno rilevato che quell’anno gli holiday workers erano il 9,7% del totale dei vacanzieri.
Workation e smart working
Prima di parlare del Workation, però, è necessario capire e comprendere la modalità di lavoro da cui tutto parte: lo smart working (o lavoro Agile) ossia una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Dall’inizio dell’epidemia a oggi, però, diversi provvedimenti hanno ulteriormente cambiato le regole dello Smart Working semplificandole, fino ad arrivare all’1 aprile 2024, in cui, non esistono più categorie di lavoratori che possono esigere di svolgere la prestazione in modalità lavoro agile senza un accordo individuale scritto.
E voi utilizzate lo smart working in azienda i avete intenzione di approcciarvi a queste nuove modalità di lavoro? Sapete come redigere un accordo o i documenti necessari per l’attivazione dello smartworking?
Per saperne di più sul tema, sulla formazione o sui servizi:
Ufficio Legale & Privacy
Giulia Gualandi
Susanna Viggiani
email – privacy@assimprese.bo.it
telefono – 051 5288615