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La parità di genere: la certificazione UNI/PdR 125:2022

14 Giu 2024 | Primo piano

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L’Unione Europea, nel marzo del 2020, ha predisposto il documento “Un’Unione dell’uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025”. Nel documento vengono definiti gli obiettivi politici e le azioni chiave per raggiungere la parità di genere entro il 2025. La strategia prevede la realizzazione di misure specifiche volte a conseguire la parità di genere, combinate a una maggior integrazione della dimensione di genere “inserendo sistematicamente una prospettiva di genere in ogni fase dell’elaborazione delle politiche in tutti i settori di azione dell’Ue, sia interni che esterni”.

 

La Strategia Nazionale sulla Parità di Genere 2021-2025

Nel mese di luglio 2021 l’Italia ha predisposto, tramite la Ministra per le Pari opportunità, la Strategia Nazionale sulla Parità di Genere 2021-2025, che si ispira alla Gender Equality Strategy 2020-2025 dell’Unione Europea, ed è strettamente correlata al Pnrr, di cui uno dei dispositivi legislativi è la Legge 5 novembre 2021 n. 162 sulla parità salariale. La legge introduce rilevanti novità, tra cui la modifica della nozione di “discriminazione indiretta” per includere atti di natura organizzativa o che incidano sull’orario di lavoro, la trasparenza nei dati, l’ampliamento delle aziende tenute alla presentazione ogni due anni del rapporto sul personale e soprattutto la Certificazione di parità di genere, per le aziende virtuose, cui corrispondono sgravi contributivi e premialità nella valutazione dei bandi pubblici.

È fondamentale che l’efficacia delle azioni intraprese dall’organizzazione al fine di creare un ambiente di lavoro inclusivo delle diversità, venga misurato rispetto a un insieme di indicatori caratterizzati dall’essere percorribili, pertinenti e confrontabili e in grado di guidare il cambiamento e di rappresentare il continuo miglioramento messo in atto dalle organizzazioni stesse.

Lo sviluppo di un ambiente di lavoro inclusivo richiede difatti un impegno costante e un contributo di tutta l’organizzazione in termini di linguaggio, politiche, processi, pratiche organizzative, e comportamenti consci e inconsci delle singole persone.

 

Le aree di indicatori

Al fine di garantire una misurazione olistica del livello di maturità delle singole organizzazioni, sono state individuate 6 Aree di indicatori attinenti alle differenti variabili che possono contraddistinguere un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere.

Per ciascuna Area di valutazione sono stati identificati degli specifici Kpi attraverso i quali misurare il grado di maturità dell’organizzazione attraverso un monitoraggio annuale e una verifica ogni due anni, per dare evidenza del miglioramento ottenuto grazie alla varietà degli interventi messi in atto o del remediation plan attivato.

Sono escluse dall’applicazione del presente documento le Partite Iva che non hanno dipendenti o addetti/e.

Mentre, è auspicabile che consorzi, Reti di Impresa o General Contractor che intendano adottare la presente UNI/PdR, definiscano una formula di selezione e qualifica, all’interno del processo di selezione dei propri consorziati/imprese/outsourcer, che richieda agli stessi l’adozione della prassi di riferimento.

 

La certificazione della parità di genere UNI/PdR 125:2022

Alle aziende private che siano in possesso della certificazione della parità di genere in applicazione della prassi UNI/PdR 125:2022 rilasciata da un organismo di certificazione accreditato:

  1. È concesso un esonero dal versamento di una percentuale dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro.
  2. È riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.
  3. Infine, con l’entrata in vigore del nuovo codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023 n. 36, secondo quanto previsto all’art. 108, comma 7, così come modificato dall’art. 6 co. 2 bis del decreto legge 10 maggio 2023 n. 51, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023 n. 87, le amministrazioni aggiudicatrici indicano, nei loro avvisi, un maggiore punteggio legato al possesso della certificazione di genere. L’art 106, comma 8, del nuovo codice dei contratti pubblici prevede, inoltre, per tutte le tipologie di contratto una diminuzione della garanzia del 20%, cumulabile con tutte le altre riduzioni previste dalla legge, in caso di possesso di certificazioni (riportate nell’allegato II. 13 al Codice) attestanti specifiche qualità, tra le quali rientra anche la certificazione della parità di genere.

 

Per saperne di più sul tema, sulla formazione o sui servizi:
Ufficio Legale & Privacy
Giulia Gualandi
Susanna Viggiani
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