I dati a settembre 2021 confermano i segnali di ripresa dell’economia bolognese. Dall’inizio dell’anno sono nate 4.049 attività, 699 in più rispetto al settembre 2020 (erano 3.350), e si registrano 327 cessazioni in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (3.161 in questi nove mesi): il saldo è così positivo con 888 unità in più da inizio anno.
Crescono nei nove mesi le attività edili, trainate dagli incentivi statali (+314 unità) tengono le attività turistiche (+87) e quelle commerciali (+29), in difficoltà manifatturiero (-34) e trasporti (-54). Bilancio in attivo per le società di capitale (+747). Tra gennaio e settembre hanno aperto anche 2.338 nuove ditte individuali.
Al sistema imprenditoriale bolognese, tuttavia, mancano all’appello ancora 169 attività per risalire ai livelli pre-covid. Le nuove iscritte sono il 27% in meno. La contrazione di quasi un terzo delle cessazioni, inoltre, lascia intravedere segnali di incertezza, con una “base nascosta” di imprese in attesa di futuri sviluppi, tra misure di sostegno previste a livello nazionale ed evoluzione della pandemia.
Rispetto a settembre 2019, è il boom delle costruzioni, con 371 attività in più nei due anni. Tengono attività turistiche (+100) e immobiliari (+113), restano invece lontani dalle consistenze di due anni fa il settore manifatturiero (-291 attività) ed il commercio (-398).
La nati-mortalità delle imprese bolognesi al 30 settembre 2021
I fallimenti
Dopo il calo del 2020, quando le procedure si erano fermate a 76 unità tra gennaio e settembre, nei primi nove mesi dell’anno le procedure fallimentari avviate sono state 82, con un’incidenza per 1000 imprese registrate dello 0,86%.
Il settore maggiormente interessato è quello delle attività manifatturiere, che con 18 imprese coinvolte ha registrato il 22% dei fallimenti totali. Poi il commercio, con 16 procedure aperte, e il turismo, 14. Seguono il settore edile e quello dei trasporti (entrambi con 9 procedure avviate).
Quasi il 77% dei fallimenti riguarda società di capitale, con 63 procedure aperte, poi società di persone (9), ditte individuali e altre forme d’impresa (con 5 procedure aperte a testa).
Le procedure fallimentari aperte a Bologna da inizio anno
Materie prime
Nei primi sei mesi del 2021 solo il 10% delle imprese bolognesi non ha registrato aumenti dei prezzi delle materie prime necessarie per l’attività. Ma di questo 10% quasi la metà ha comunque registrato problemi di approvvigionamento.
La valutazione delle imprese bolognesi
Le professionalità richieste
Fra novembre 2021 e gennaio 2022 le imprese bolognesi dovrebbero cercare 33.450 figure professionali. 9.900 solo nel mese in corso. E’ un dato un forte aumento rispetto a novembre 2020 (+14.870) e rispetto a prima dell’inizio della pandemia (+8.850). In un caso su quattro verranno offerti contratti di lavoro a tempo indeterminato, percentuale che è in leggera diminuzione rispetto a novembre 2020.
Rispetto a novembre 2020 è nettamente aumentata la difficoltà nel trovare le figure cercate: è passata in un anno dal 34% al 43%. In valore assoluto circa 14.400 posti di lavoro che risulta molto difficile coprire.
Nelle aree tecniche e di progettazione la difficoltà riguarda mediamente al 56% delle ricerche, percentuale che non è variata rispetto a prima della pandemia.
Il 31% delle ricerche sono rivolte espressamente a chi ha meno di 30 anni. I giovani sono cercati soprattutto (41%) per le figure da inserire nelle aree di direzione e nei servizi generali e nelle aree commerciali e marketing. Sono invece i meno cercati per le aree amministrative che sono anche quelle in cui la difficoltà di trovare la figura richiesta è minore. In 3 casi su 4 viene richiesto di aver già avuto esperienze lavorative.
Cercano soprattutto le imprese di servizi, da dove vengono 7 ricerche di personale su 10, e le piccole aziende, che coprono il 55% delle richieste. Le imprese che cercano personale sono il 13%. Prima della pandemia erano il 17%.