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Via libera della Regione al piano “Artigianato 4.0 in Emilia-Romagna”

4 Mar 2021 | News

“Per la prima volta un provvedimento pensa espressamente alle piccole imprese artigiane manifatturiere”, esprime profonda soddisfazione Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia Romagna, durante la conferenza stampa di presentazione del bando “Artigianato 4.0 in Emilia-Romagna”, approvato l’1 marzo dalla Giunta regionale.

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La misura, finanziata anche con risorse europee del Por Fesr, è stata possibile grazie alle novità normative introdotte, a fine dicembre 2020, nella legge regionale che disciplina il settore (la numero 1 del 2010, “Norme per la tutela, la promozione, lo sviluppo e la valorizzazione dell’artigianato”) inserendo la possibilità della Regione di intervenire per favorire processi di digitalizzazione e riorganizzazione dei processi produttivi aziendali, nonché sostenere la produzione innovativa quale modalità di lavoro che nasce dalla fusione tra cultura digitale e produzione manifatturiera.

Il bando è rivolto alle micro e piccole imprese artigiane con unità locale in Emilia-Romagna appartenenti al settore manifatturiero o collegate in filiera con lo stesso settore: le domande dovranno essere presentate dal 13 al 20 aprile 2021 con apertura anticipata al giorno 8 aprile della piattaforma per l’avvio del caricamento.

Il bando in sintesi

La misura prevede uno stanziamento di 5,5 milioni di euro per contributi a fondo perduto per la trasformazione digitale delle imprese artigiane che in regione superano le 125 mila unità.
Saranno ammessi interventi diretti alla realizzazione di progetti di trasformazione tecnologica e digitale, finalizzati all’ottimizzazione dei processi produttivi e organizzativi interni all’azienda e della gestione dei rapporti con tutti gli attori della filiera di appartenenza.
I progetti, che dovranno avere un budget minimo di 30mila euro e dovranno essere realizzati entro il prossimo 31 dicembre 2021 (salvo proroghe), avranno un contributo a fondo perduto del 40% della spesa ammessa (da 12 a 40 mila euro), che cresce di un 5% per imprese femminili, giovanili e in zona montana.

Le spese ammesse

Si potranno effettuare spese per beni strumentali, software e relative licenze d’uso direttamente funzionali alla realizzazione dei progetti di trasformazione tecnologica e digitale; per l’acquisizione di consulenze per la definizione delle strategie di innovazione organizzativa, di processo e di direzione; finalizzate all’introduzione delle tecnologie abilitanti 4.0 o all’adattamento e alla connettività degli impianti, attrezzature e sistemi esistenti alle tecnologie abilitanti previste dal piano nazionale impresa 4.0; per i costi legati alla necessità di incrementare le competenze e le professionalità del personale coinvolto nei processi di innovazione tecnologica e digitale previsti nei progetti presentati, compresi i costi del personale (massimo 10% delle spese).

Le modalità di accesso

Dovranno essere coinvolti i soggetti accreditati al network nazionale impresa 4.0 e in particolare i Punti impresa digitale (Pid), i Digital innovation hub (Dih) e i Competence center, attribuendo loro un concreto ruolo nel supporto delle imprese già durante la fase di preparazione della candidatura, per garantire la piena coerenza della proposta con gli obiettivi del bando.

LE DICHIARAZIONI

Servadei: “Una sperimentazioni che apre nuove strade”

“Si tratta di un provvedimento con molti aspetti positivi – sottolinea Davide Servadei -. E’ importante che il progetto preveda contributi per la formazione, con particolare attenzione alle competenze interne. Il passaggio di competenze al personale dell’impresa coinvolta o una crescita negli ambiti della digitalizzazione delle stesso personale può diventare la discriminante affinché il progetto presentato abbia successo e possa ulteriormente svilupparsi nel futuro, costruendo di fatto il presupposto di una vera innovazione nei processi organizzativi e produttivi di quell’azienda. Altro aspetto qualificante sono le ulteriori agevolazioni per l’imprenditoria femminile, giovanile e per le realtà più svantaggiate geograficamente che coglie il valore della comunità nel suo aspetto più complessivo, premiando la voglia di mettersi in gioco e di fare impresa, semmai in territori più complessi e decentrati contribuendo a mantenere dei presidi imprenditoriali che significa anche mantenere vive delle comunità che rischierebbero di scomparire. Il fatto che ci sia un numero massimo di progetti ammissibili, stabilito in 250, e che debbano essere costruiti in ambito di DIgital Innovation Hub, con tanto di relazione accompagnatoria, evita la dispersione dei finanziamenti e qualifica i singoli interventi. In questo ambito è importante anche il ruolo delle associazioni che si confermano come un nodo importante di questa svolta. Ci auguriamo che questa sperimentazione possa diventare un metodo di intervento anche per altri comparti dell’artigianato”.

Colla: “In futuro sarà possibile allargare ad altri settori”

“In tempi rapidi, così come ci eravamo impegnati con il settore dell’artigianato, siamo riusciti a mettere in campo una misura che non solo va a sostenere le imprese e i lavoratori nella ripartenza post pandemica, ma punta ad aumentare la qualità produttiva delle aziende e l’innovazione di processo e prodotto, fattori che saranno determinanti per il riposizionamento competitivo sul mercato- ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla -. Una delle novità più rilevanti di questa proposta sta nel prefigurare una nuova dimensione caratterizzata dalla ricerca e dalla selezione degli interventi che più di altri sono in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi. E abbiamo rivolto una particolare attenzione alle imprese femminili, giovanili e della zona montana, per favorire una ripresa diffusa, che coinvolga anche le categorie più in difficoltà a causa della pandemia. È importante –prosegue Colla- che le aziende artigiane, fondamentali nel nostro sistema economico, siano in grado di stare sulla filiera dell’innovazione, anche per favorirne una crescita dimensionale, e siano inserite nelle piattaforme delle medie e grandi imprese come partner di qualità e non come subfornitori. In coerenza con la legge approvata, dopo questo primo bando prevediamo di incrementare le risorse allargando il ventaglio dei settori coinvolti e puntando sui tre filoni strategici indicati nel Patto per il Lavoro e per il Clima: digitalizzazione, internazionalizzazione e formazione”.

Costantini: “Siamo pronti ad accompagnare le nostre imprese”

“Si tratta della prima volta in cui vengono assegnate risorse per l’innovazione alle sole imprese artigiane della manifattura – ha affermato il presidente di Cna Emilia Romagna Dario Costantini -. Digitalizzazione, competenze e sostenibilità sono le tre parole chiave del prossimo futuro. L’applicazione di questi tre pilastri sulle nostre imprese artigiane è imprescindibile per sostenere la loro crescita. I nostri Digital Innovation Hub sono pronti ad accompagnare gli imprenditori della regione nel difficile percorso verso la ripartenza dell’intero Paese”.