Gli effetti dovuti allo stato di eccezionalità in cui l’economia reale si sta muovendo continuano a rallentare le dinamiche del sistema imprenditoriale bolognese, che sembra muoversi con cautela in attesa di prospettive future.
A fine settembre sono 95.021 le sedi d’impresa bolognesi registrate in Camera di commercio, siamo tornati alle consistenze di venti anni fa. In calo sia le aperture che le chiusure: tra luglio e settembre sono nate 959 attività, il 22% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, e si registrano 760 cessazioni (170 in meno rispetto allo scorso anno). Il bilancio tra luglio e settembre resta comunque positivo: +199 attività e un tasso di crescita del +0,21%.
Nei tre mesi 42 attività in più, e una crescita del +0,18%, per l’industria; 31 unità in più, con una variazione del +0,05%, per i servizi. In rallentamento agricoltura e pesca (-20; -0,25%). In crescita le attività edili (+54 unità nei tre mesi, con un tasso del +0,39%) ed immobiliari (+18;+0,25), segnali di sofferenza per manifattura (-6; -0,06%), commercio (-41; -0,19%) e attività turistiche (-1; -0,01%). In termini percentuali, l’avanzamento più sensibile (+0,83% su base trimestrale) si registra, tra i comparti con oltre mille imprese registrate, nelle attività professionali (39 le imprese in più).
Tiene la componente artigiana, che a Bologna rappresenta quasi un’impresa su tre, e che ha chiuso il periodo con un saldo attivo di +36 imprese (341 le iscrizioni di nuove imprese contro 305 cessazioni).
Dall’inizio dell’anno sono nate 3.350 attività, oltre 1100 in meno rispetto al settembre 2019 (erano 4.473), e si registrano 655 cessazioni in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (3.488 in questi nove mesi): il bilancio gennaio-settembre, nonostante gli ultimi due trimestri positivi, conferma il periodo a velocità ridotta del sistema imprenditoriale bolognese, con 138 unità in meno da inizio anno e una flessione del -0,14%.
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